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H.P.Lovecraft Il culto segreto

lunedì 8 giugno 2015

H.P. Lovecraft: Il Mito dell' Ibrido, Prima Parte


Vi sono nelle opere di H.P. Lovecraft, aspetti non immediatamente percepibili, che hanno acceso la fantasia di molti lettori ed indotto molti "esegeti lovecraftiani" ad analizzare e portare alla luce questi aspetti occulti presenti nei suoi scritti.
Qui anch' io faccio un tentativo di analisi di uno di questi, per portare alla luce un tema che attraversa molte delle sue creazioni : l' ibrido.
Scientificamente, l' ibrido è "un individuo generato dall' incrocio di due organismi che differiscono per più caratteri"; concetto che presenta numerose e precise specificazioni.
Nel senso comune, peró per ibrido si intende un organismo, reale o di fantasia, spesso con caratteristiche mostruose, che unisce i caratteri di due esseri che possono essere anche completamente differenti.
Ė in questa seconda accezione che Lovecraft utilizza il concetto di ibrido, e gli attribuisce un senso particolare: ibrido tra un essere umano e una specie che umana non è.
Evito di proposito l' espressione "specie aliena ", in quanto in H.P.L. la razza che si incrocia con quella umana non proviene da un altro pianeta, ma da "una specie di forza che non appartiene alla parte dello spazio in cui noi ci troviamo: una specie di Forza che agisce, cresce e si forma seguendo leggi diverse da quella della nostra Natura." ( l' Orrore di Dunwich, capitolo 10. ).
In altre parole, in Lovecraft la concezione di ibrido abbandona l' aspetto scientifico, o di senso comune, per approdare al concetto di connubio.
Il connubio tra la Natura umana, e qualcosa che proviene da Un Altro Universo, abitato da potenti Entità al di della comprensione umana, come Yog-Sothoth, (il Tutto-in-Uno, il Guardiano della Soglia ), che nell' Orrore di Dunwich genera i due Gemelli con la donna umana Lavinia Whateley.
Lovecraft però, utilizzando questo schema, si ricollega, inconsciamente o volontariamente, non mi sento in grado di affermarlo, a Miti che sono antichi quanto l' Umanità.
Esiste un vasto patrimonio mitologico su figli ibridi generati fra gli uomini, da Dèi, Angeli, ecc: dai sereni e quasi teatrali Miti Greci (dove uno Zeus che pare una sorta di adultero impenitente tradisce la sua sposa Hera con numerose bellissime donne umane, generando eroi semidivini come Ercole ); ai più tenebrosi testi Ebraici, dove a partire da un oscuro brano biblico ( I Figli di Dio videro che le Figlie degli Uomini erano belle, e se ne presero per mogli quante ne vollero, Genesi 6:4 ), si sviluppò una oscura tradizione, quella dei Nephilim.
Il testo che narra la loro storia è un libro sacro perduto, poi dichiarato apocrifo: il Libro di Enoch.
Esso sviluppa l' oscuro passo della Genesi, e narra come gli Angeli Vigilanti discesero sulla Terra e "videro le Figlie degli Uomini belle di aspetto, se ne innamorarono ".( Enoc, VI,2.).
"Ed esse rimasero incinte, e generarono giganti la cui statura era per ognuno, di tremila cubiti " : questi vengono chiamati Nephilim, dal verbo ebraico Nafal, cadere, quindi "i Caduti ", sul cui senso vi sono molte controversie.
Il racconto prosegue con la descrizione delle devastazioni fatte sulla Terra da queste creature mostruose dalla fame insaziabile, fino alla loro fine decretata dal Diluvio.
Al di là di questo racconto mitologico, su cui ci sarebbe molto da scrivere, per le sue corrispondenze con i miti mesopotamici come quello degli Annunaki e di altre culture; e dei ritrovamenti un pò in tutta la Terra di tombe contenenti corpi molto più grandi della statura di un uomo normale, per rimanere nell' ambito "lovecraftiano " possiamo vedere delle strane analogie con le sue opere.
Entità divine o comunque provenienti da reami spirituali che si uniscono sessualmente con donne umane generando figli mostruosi, i quali provocano devastazioni : "cresceva molto e velocemente, perché aveva in una dose molto più grande di esteriorità ", L' Orrore di Dunwich capitolo 10.
Il brano si riferisce al gemello mostruoso senza un nome di Wilbur Whateley, anche lui figlio ibrido di Yog-Sothoth, che devasta il paese di Dunwich, divorando armenti e uomini proprio come i Nephilim, prima di essere fermato e distrutto dal professor Armitage e compagni.
Possiamo vedere quindi, che in un romanzo breve apparentemente frutto della fantasia di uno scrittore, ci sono echi di Tradizioni storicamente accertate, e ben più sinistre del frutto di una fervida immaginazione.
Lovecraft sembra voler rispecchiare questi miti antichi sia pure trasferendoli in chiave moderna, abbandonando il linguaggio tipico del Mito, o dei Testi Sacri, e creando una nuova mitologia più adatta alla mentalità del XX secolo, utilizzando termini e concetti del razionalismo scientifico.
Il tema dell' ibrido ricorre in altre opere di Lovecraft, a dimostrazione dell' importanza che per lui questo argomento rivestiva, la principale delle quali, dopo L' Orrore di Dunwich, è un romanzo scritto qualche anno dopo: L' Ombra sopra Innsmouth, di cui ci occuperemo nell' articolo successivo.

© Angelo Cerchi 2015

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